La vera sfida è salvare l’Amazzonia

Molte tesi interessanti che non mi sarei aspettato nell’articolo  del 10/01/2023 dal titolo “Brasile, Lula uscirà rafforzato. Ora la vera sfida è salvare l’Amazzonia” con cui l’economista statunitense Jeffrey D. Sachs annuncia l’inizio della sua collaborazione con il quotidiano “La Repubblica”, e non soltanto su Lula, il Brasile e l’Amazzonia.

Ecco alcuni estratti, in ordine di apparizione nell’articolo, oltre al link all’articolo sul sito web del professore:

  • Non viviamo più in un mondo guidato dagli Stati Uniti, e neppure diviso tra gli Stati Uniti e la rivale Cina. Siamo già entrati in un mondo multipolare, in cui ogni regione ha problemi propri e un proprio ruolo nella politica globale. Nessun Paese e nessuna regione possono più determinare, da soli, il destino degli altri.
  • il Brasile sarà un attore chiave a livello regionale e globale nei prossimi anni. Lula lavorerà a stretto contatto con i presidenti progressisti come lui in Cile, Colombia, Argentina e altrove in Sudamerica. Nel 2024 la presidenza del G20 andrà al Brasile nell’ambito di un quadriennio in cui saranno le principali economie emergenti a rivestirla (l’Indonesia nel 2022, l’India nel 2023 e il Sudafrica nel 2025).
  • Qui in Occidente siamo bombardati quotidianamente da narrazioni ufficiali ridicole, per lo più provenienti da Washington: la Russia è il male puro, la Cina è la più grande minaccia per il mondo e solo la Nato può salvarci. Queste dabbenaggini, imbastite all’infinito dal Dipartimento di Stato americano, sono di grande ostacolo alla soluzione dei problemi globali. Ci intrappolano in mentalità sbagliate e persino in guerre che non avrebbero mai dovuto verificarsi e che devono essere fermate con i negoziati piuttosto che con l’escalation.
  • Quando accetteremo la realtà di un mondo multipolare, saremo finalmente in grado di risolvere i problemi che finora ci sono sfuggiti. In primo luogo, capiremo che le alleanze militari come la Nato non danno risposta alle vere sfide che dobbiamo affrontare. Le alleanze militari sono infatti un pericoloso anacronismo, non una vera fonte di sicurezza nazionale o regionale. Dopo tutto, è stato il tentativo degli Stati Uniti di espandere la Nato alla Georgia e all’Ucraina a scatenare le guerre in Georgia (nel 2010) e in Ucraina (dal 2014 a oggi). Né il bombardamento di Belgrado da parte della Nato nel 1999, né i quindici anni di missione fallita in Afghanistan, né il bombardamento della Libia nel 2011 hanno centrato reali obiettivi.
  • Il Brasile è l’epicentro della sfida ambientale. È possibile salvare l’Amazzonia, che costituisce la metà delle foreste pluviali del mondo? Lula è salito al potere promettendo di fare proprio questo. Ha conquistato i voti degli Stati amazzonici del Brasile. A livello globale, l’Europa è all’avanguardia in campo ambientale con il Green Deal europeo. La principale opportunità geopolitica che ha l’Europa è di incoraggiare altre regioni, tra cui l’Unione Africana, la Cina e l’India, ad adottare proprie coraggiose iniziative per la neutralità climatica. Questo compito è molto più importante per l’Europa dell’espansione della Nato, della guerra infinita in Ucraina o del confronto con la Cina.
  • La giustizia sociale è la missione di Lula e la nostra missione globale, dopo secoli di ingiustizia razziale e sociale.

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